Riuscite ad immaginare un momento della vostra quotidianità in cui, da professionisti del vostro mestiere, preferireste che i vostri clienti non ricordino la vostra faccia, il vostro nome, o che non riescano ad associare queste due cose fra di loro?
Diciamo che nel pomeriggio decidiate di recarvi presso il vostro luogo di lavoro con più di mezz’ora di anticipo. Siete comodamente seduti al tavolo del vostro bar di fiducia, e vi state apprestando a godere una tazzina della vostra bevanda preferita.
Sapete che solo quei pochi millilitri di quella meravigliosa bevanda cremosa e debitamente addolcita da due bustine di zucchero vi dividono dalla possibilità di sopravvivere al pomeriggio, quando…. eccolo!
Il tuo cliente entra e punta dritto verso di te. Come altro chiamare una persona che ti conosce così bene da sapere chi sei, come ti chiami, che lavoro fai, e dove trovarti prima dell’apertura del negozio?
Lui si ferma a pochi centimetri dal tuo tavolo ed esordisce: “Ma non apri?” Ovviamente gli fai notare che il negozio apre alle 16:30, e che sono solamente le 15:50.
Ma come rispondere ad un cliente che, dopo la tua risposta, ti fa notare che lui ha l’appuntamento in comune alle 16:05? E cosa gli direste quando, dopo avergli chiesto di poter finire almeno il caffè, lui eclama “Eh ma insomma, io ho l’appuntamento fra un quarto d’ora, me la deve fare subito la fototessera, non ha tempo di finire il caffè”…
Avete visualizzato nella vostra mente il vostro cliente? Vi immaginate il vostro cliente bussare alle porte scorrevoli di Esselunga o di Poste Italiane, pretendendo di fare la spesa o di pagare la bolletta prima dell’orario di apertura? Scenario plausibile, vero?
Voi cosa avreste fatto? Avreste abbandonato il vostro ultimo goccio di caffè nella tazzina, per correre ad esaudire la sua richiesta? Io vi posso solo dire che quello che volevo io, era solo il tempo di un caffè.
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